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[Recensione] Le quattro casalinghe di Tokyo – Natsuo Kirino

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TITOLO: Le quattro casalinghe ti Tokyo

AUTORE: Natsuo Kirino

EDITORE: Neri Pozza

PAGINE: 656 Pagine

COSTO: 14,00 €

TRAMA: Quattro donne si ritrovano invischiate in un omicidio. Sappiamo sin dall’inizio chi è a commetterlo e perché. Quello che non sappiamo e se ce la faranno a farla franca.

 

 

 

Quando ho iniziato a leggere “quattro casalinghe di Tokyo”, avevo appena terminato L’annusatrice di libri, che vi consiglio. Il libro della Icardi è tutto incentrato sull’olfatto e sulle sensazioni che un libro sprigiona ancora prima di essere aperto e quindi il passaggio alla Kirino è stato dolce ed indolore dato che il libro si apre con una descrizione olfattiva.

All’uscita, nel 1997 questo libro ha generato molto scalpore lasciando i lettori giapponesi completamente a bocca aperta. A differenza degli altri scrittori di gialli, la Kirino ci rivela immediatamente il colpevole e il movente. Quello che rende il libro molto interessante è la voglia di scoprire se queste quattro donne, apparentemente amiche, verranno scoperte.

Le protagoniste sono quattro:

Yayoy moglie esemplare il cui marito ha sperperato in donne e gioco d’azzardo tutti i loro risparmi. Questo assieme al continuo abuso, poterà Yayoy ad uccidere il suo consorte strangolandolo con la cinghia.

Kuniko, una donna che vive alla giornata indebitata fino alla cima dei capelli a cui piace circondarsi di cose belle per colmare la profonda convinzione di non poter Mai essere lei stessa qualcosa di valore.

Yoshie terribilmente ingenua, di quelle che vorresti prendere a schiaffi per farle svegliare ma fedele come un cagnolino ben ammaestrato.

Infine forse il mio personaggio preferito Masako. Colei che tiene il peso del mondo sulle spalle: colei che rimane lucida anche nei momenti più brutti. Non so se possiamo definire eroina una complice di omicidio ma al termine della lettura, simpatizzi soprattutto per lei. Perché è un’estranea nella propria casa, perché si deve sobbarcare il peso di qualcun altro o semplicemente perché la sua forza d’animo ti permette di affrontare qualsiasi cosa con una stoicità tipicamente giapponese.

La misoginia che viene denunciata in questo romanzo si percepisce ad ogni giro di pagina e sarà proprio questa concezione gretta della donna ad aiutare le nostre quattro protagoniste. Il lavoro della casalinga, adesso come allora viene considerato un passatempo, una cosa che richiede il minimo impegno. Ancora oggi nella nostra società la casalinga è ritenuta una donna che ha tra le mani un sacco di tempo libero, che non fa un lavoro vero e che quindi non merita alcun riguardo.

Un racconto di alienazione, di amicizia che si corrode e sfocia nella complicità. Che vi farà dubitare di qualsiasi persona che all’apparenza sembra innocua. Un quadro meticoloso sulla labilità della vita, dove ogni decisione potrebbe essere l’ultima.

La lettura scorre così veloce, che le 600 pagine finiscono ancora prima che tu possa rendertene conto. La Kirino è una maestra nell’arte del tessere gli intrighi e tornano tutti al pettine una volta finita la vicenda. I particolari cruenti ti tengono inchiodata facendoti nascere una specie di bisogno di sapere come andrà a finire. Sicuramente leggerò altro di questa scrittrice giapponese. Io vi consiglio In, scritto dalla scrittrice come una chiusura di parentesi verso il mondo del Mystery.

Per me che non sono per nulla apassionata del genere questo libro è stato una rivelazione. Il finale è un qualcosa che non ti aspetteresti mai nemmeno nei tuoi sogni più nascosti a dimostrazione che basta davvero poco per corrodere l’animo umano ma davvero tanto per conservarlo intatto.

Fave quote:

C’è una certa somiglianza tra la sensazione di aver perso la strada e non sapere dove andare e la consapevolezza di non avere più la possibilità di tornare indietro. Ci si sente assolutamente liberi. Sul volto di Satake comparve un sorriso

Imai aveva studiato gli atti e le analisi di casi precedenti; quelli in cui gli assassini erano donne avevano due fattori in comune: l’improvvisazione e la solidarietà.

Era come se Masako fosse circondata da una barriera che impediva alla gente di avvicinarla, come se portasse una specie di “sigillo” che contraddistingue chi lotta da solo contro il mondo intero.

Se uno non ha legami personali con il morto, togliere di mezzo un cadavere non è molto diverso dall’eliminare la spazzatura. Nella vita quotidiana si accumula inevitabilmente della spazzatura. Che cosa interessa sapere chi l’ha gettata, e di che cosa si tratta? E d’altronde lei stessa, prima o poi, sarebbe stata abbandonata come immondizia

“Com’è facile cadere per un essere umano, non trovi?” mormorò, e Masako le rivolse uno sguardo pieno di compassione.
“Sì. Poi è come scendere precipitosamente per una china con una bicicletta senza freni.”
“Vuoi dire che niente e nessuno riesce più a fermarti?”
“Sì. A meno che non si vada a sbattere contro qualcosa”

Quelli con i figli erano legami difficili, che non si potevano sciogliere neppure quando le cose andavano diversanente da come si era previsto.

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BIBLIOGRAFIA ITALIANA

  • Le quattro casalinghe di Tokyo (trad. Lydia Origlia), Neri Pozza, Vicenza 2003
  • Morbide guance (trad. Antonietta Pastore), Neri Pozza, Vicenza 2004
  • Grotesque (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2008
  • Real Word (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2009
  • L’isola dei naufraghi (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2010
  • Una storia crudele (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2011
  • Pioggia sul viso (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2015
  • Una notte dimenticata dagli angeli (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2015
  • In, (trad. Gianluca Coci), Neri Pozza, Vicenza 2018

“Mi è sempre piaciuto fantasticare, da piccola disegnavo manga. Ma non sono portata per il disegno e allora ho cominciato a pensare di diventare qualcos’altro. A vent’anni non ci pensavo già più, anzi volevo fare la redattrice. Poi, quando ne ho compiuti trenta, ho iniziato a studiare per diventare sceneggiatrice, e scrivendo sceneggiature mi sono resa conto che mi piaceva scrivere storie che lasciassero spazio alla psicologia dei personaggi. È stato allora che è nato in me il desiderio di diventare una scrittrice”.

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