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Doodle, Stevie e la paura del mostro nell’armadio

DOODLE, STEVIE

e la paura del mostro nell’armadio.

C’era una volta un armadio. Che bell’inizio per una storia, mi serviva qualcosa di accattivante e cosa c’è meglio di un armadio ordinario, di quelli che nessuno nota mai dopotutto chi li pensa gli armadi. Pensereste mai che possano essere interessanti? Peccato, perché questo lo era, cioè non l’armadio in sè, ma il suo inquilino, peloso e tarchiato il cui occhio scrutava gli abitanti esterni, in particolare giovanotto di circa sette anni di nome Stevie King.

Stevie ascoltava tutte le sere con stoica pazienza sua madre leggergli le favole della buonanotte, no è che ne avesse proprio bisogno ma a sua madre faceva piacere e quindi si sdraiava attendendo il momento propizio per fingere di essersi addormentato. Era gratificante per sua madre rendersi utile facendolo dormire e lui non se la sentiva di spezzare questa illusione, specialmente per via dei disturbi che causava alla sua famiglia giornalmente per via della sua condizione.

Stevie era un bambino arguto che aveva spesso accennato a sua madre del mostro che viveva nel suo armadio senza mai essere creduto. Lei aveva liquidato la questione come una richiesta d’attenzione e non ci aveva mai dato troppo peso. Così il mostro e Steve avevano continuato a convivere scambiandosi occhiatacce senza mai incontrarsi con laconica pazienza.

Finché una volta, Steve era terribilmente annoiato e decise di rimanere sveglio per cercare di scoprire cosa faceva di notte questo mostro in giro per la sua stanza. tanto non riusciva comunque a dormire per via del mal di stomaco.

Si coricò al solito orario, con la stessa routine che rispettava ogni sera e attese, allerta come il migliore dei marines. Avvertì chiaramente un tonfo sordo atterrare sul pavimento e il ticchettio di unghie sul legno che venne soffocato dal tappeto.

Fu allora che Stevie, prese la decisione di smaschera e con un po’ di fortuna di scacciare l’intruso che tutte le sere mangiava i biscotti che sua madre gli lasciava sul comodino. Si mise a sedere con tutta la forza che aveva e con voce sardonica esclamò: “Ah-ah!”

 

[Ho scritto questa storia ispirandomi alla paura che avevo da bambina 
del mostro nell'armadio. 
Volevo in qualche modo dare a tutti i fanciulli e le fanciulle della nuova generazione
la possibilità di sconfiggere questa paura esorcizzandola con una bella storia.
Questa favola farà parte di un progetto costituito da un insieme di favole 
i quali temi principali saranno molto forti, quali: razzismo, misoginia, bullismo, disabilità etc. 
Sono temi di cui non si parla molto ed ho quindis sentito la necessità di portarli alla vostra attenzione..
Ringrazio Papuzz per il merviglioso disegno di Doodle. 
Appena sarà disponibile un'altro sketch, pubblicherò un'altro pezzo. 
Rimanete sintonizzati.]

(foto: @Papuzz)

(Storia: Lucia Paltera)

 

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