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[Articolo] Cosa significa Adottare?

ADOTTARE: 

[a-dot-tà-re] v.tr. (adòtto ecc.) [sogg-v-arg]

1 dir. Accettare come figlio legittimo un figlio altrui, mediante adozione: a. un bimbo abbandonato; in senso fig., far proprio qlco. SIN scegliere, accogliere.

Ora, trovo glI ultimi due aggettivi davvero molto adeguati al termine, perchè quando si adotta inevitabilmente si sceglie, inesorabilmente si accoglie.

Ma cosa ci spinge a compiere un gesto tanto altruista? Forse la solitudine, forse la necessità di dimostrare a noi stessi ma anche al mondo, che siamo capaci di bontà infinita accogliendo qualcuno nella nostra casa. Ma io sono del parere che esistanto quelle adozioni che non sono premeditate, avvengono per puro caso e ti scombussolano la vita come un uragano farebbe a contatto con un castello di sabbia.

Io ho adottato un cane l’anno scorso e a chiunque mi chieda la ragione rispondo così:

E’ stata lei a scegliere me, un po’ come le bacchette di Harry Potter sapete? Noi crediamo fermamente di scegliere il nostro amico, ma è l’amico a scegliere noi.

Nel caso poi di Lulù, io non ho avuto scelta e vi spiego perchè:

Correva l’anno 2000, andavo ancora alle elementari quando intrapresi una delle più belle storie d’amore con un pastore maremmano trovato per strada. Siamo cresciuti insieme, per poco perchè poi una malattia lo ha sfiancato fino a farlo spegnere. Aveva degli occhioni enormi, un cuore infinito ed era premuroso verso di me. Mi veniva sempre a prendere a scuola, conosceva a memoria tutti i miei orari e aveva sempre quell’attenzione nei miei confrontiche tutt’ora faccio fatica a ritrovare persino in esseri super intelligenti come gli umani.

Quando è andato via i miei hanno pensato bene di inventarsi una bugia per evitare che ci stessi molto male, ma io vedevo i suoi occhi ogni notte mentre dormivo, ne sentivo la mancanza fisica e mentale. E non è mai andata via quella sensazione di vuoto che si instaura nel profondo, così infondo, che puoi scavare quanto ti pare ma mai la raggiungi.

Mi ci sono voluti anni prima di smettere di piangere al solo sentire il suo nome, Billie se ve lo state chiedendo. E molti più anni per aprire il mio cuore verso un’altra creatura.

Ad onor del vero, quando sono andata al canile ero partita con l’idea che avrei solo guardato, come quando decidi di andare a fare shopping giusto per torturarti dato che sei al verde e non ti puoi permettere niente.

Il canile era in condizioni pietose, i cani si trovavano sul nudo terreno senza alcun tipo di isolamento, era inverno e faceva molto freddo, io sentivo una fitta al cuore mentre camminavo tra quegli esserini scodinzolanti pieni di speranza e affettuosi.

Ricordo che appena mi chinai per accarezzarne uno, me ne trovai due appoggiati sulle spalle e un altro che mi spingeva per terra nel tentativo di giocare. Ho tentato di accontentare tutti, anche Charlie un carinissimo tripode sopranomminato poi dal mio ragazzo Mordicchio, dato che avevail vizio di mordere i polpacci di chiunque si presentasse al suo cospetto.

Dopo un infinito tour delle malandate gabbie, fatte necessariamente di brande arrugginite e pezzi di inferriata che molto spesso costavano parti dei nostri sfortunati orfanelli, finisco col capitare all’estremità del canile dove rimangono solo due gabbie da visionare. La volontaria, perchè di addetti veri e propri non esistono, mi domanda se voglio proseguire, io incrocio due orecchie nere a punta e le dico di sì. Quando poi ci affianchiamo alla gabbia i miei occhi si calamitano su quelle orecchie e scorgono un lupo, tutto nero dal portamento elegante e il pelo così lucido, da stonare con il resto dell’ambiente.

La cosa si è svolta in questa maniera: l’addetta parlava, io non seguivo un accidenti di quello che mi diceva e fissavo la mia curiosa amica negli occhi marroni che avevano le parvenze umane. Occhi dalle sfumature che ricoravano tanto le terre rosse dell’america selvaggia, profonda e bella. Occhi indomabili, eppure terribilmente tristi, custodi degli anni di maltrattamento, dell’abbandono e della fame. Occhi dolci, che mi avevano presa e mi avevano fatto venire le lacrime nei miei per quanto mi ricordassero quelli del mio vecchio amico. Occhi famigliari, occhi che sapevano finalmente di casa.

Dissi alla ragazza che non avrei accettato un no come risposta, volevo lei e l’avrei avuta. Quando mi fu chiesto il perchè, risposi che non c’era una motivazione comprensibile alle orecchie di chi non sapeva, e che mi doveva dare il cane.

L’adozione di Lulù non  è stata facile, il canile se così possiamo chiamarlo, era ed è gestito da incompetenti che ti raccontano storie lacrimevoli solo per farti sganciare somme di denaro che con molta probabilità, si intascano. Sono passati mesi prima che il vecchio padrone di lulù, che non era stato denunciato per l’abbandono ci tengo a precisare per pura omertà, si decise a fare il passaggio di proprietà. E’ strano vero? come una cosa come il CHIP che dovrebbe tutelare l’animale, in questa situazione sia diventata la sua rovina e condanna all’eterna infelicità.

Se io non avesi puntato i piedi e dimostrato quanto ci tenessi davvero ad avere Lulù a casa con me, probabilmente avrebbe passato tutta la sua vita lì, al freddo e sotto le intemperie più crudeli senza che nessuno se ne fosse preoccupato.

Io sono stata irremovibile perchè lei era mia così come io ero sua. Era scritto nel primo sguardo che ci siamo scambiate, nel modo in cui si rincorreva la coda ed in come mi si avvicinò cauta facendosi grattare le orecchie. Era scritto su tutte le mie lacrime, versate il primo giorno che la ebbi in casa mentre la guardavo dormire tranquilla ed è scritto ancora adesso mentre la vedo muovere le zampe da lupo nel sonno beato.

Le adozioni sono una cosa serie ed ancora più serio, dovrebbero essere le strutture che ospitano gli orfani. E’ innamissibile che un luogo ospitante 200 cani, sia ridotto in quelle condizioni e nessuno faccia mai niente per migliorare. E’ innamissibile che, da un amante di animali, mi si venga a dire:

Beh se non ti piace o non ti sta bene puoi portarmela indietro e sceglierne un’altra.

Non è concepibile che una volta portata dal veterinario, questo mi dica che il cane presenta delle Tare pazzesche che in canile non sono mai state correte, che i vaccini fatti non sono per cani dell’età di Lulù e che quindi praticamente è campata a pane ed acqua invece che medicine.

Ma i cani, ragazzi, hanno una forza d’animo che è pari soltanto all’infinito dell’universo.

Inaccettabile è una persona che dovrebbe dirigere un canile e ti dice che la sterilizzazione devi pagartela da te anche se il cane l’hai preso di lì. Oppure che decide di aiutarti solo sotto minaccia perchè costretta quindi e non per piacere.

Non sterilizzare un cane, significa che quando le arriva il calore, tutti i cani maschi del canile, iniziano ad impazzire perchè il loro istinto gli ordina che si devono accoppiare. Non è colpa loro è la loro natura, non ci si può fare proprio niente. Non Provvedere a questo servizio, significa che quando mi consegni il cane, tu mi autorizzi a farlo riprodurre ed, eventualmente, a creare nuovi randagi che sicuramente andrà bene per te che prendi più soldi ad ogni cane, ma non per quei poverini che molto spesso, nemmeno ci arrivano in canile.

Non sterilizzare un cane significa quasi sicuramente condannarla a morte, perchè le possibilità di un tumore all’utero sono alte e una volta preso, ti accorgi che ce l’ha solo quando è stramazzata al suolo.

Non vaccinare un cane propriamente, significa immetterlo in un ambiente dove può contagiare tutti i cani presenti, rendendo le adozioni rischiose, perchè molte malattie sono pericolose non solo per il cane in sè, ma anche per l’uomo. senza contare poi che molti cani, vivono la loro vita a stretto contatto con i bambini, i cui anticorpi sono in fase di sviluppo e lasciandogli avvicinare un cane non vaccinato adeguatamente, tu poni una bomba ad orologgeria nelle mani di un infante innocente che non ha modo di difendersi nè sapere. Vai poi a spiegare ai gentiroi cosa è successo, dato che il cane risulta vaccinato  e quindi di ragioni concrete, apparentemente, non ne risultano.

Io non accetto questo tipo di ingiustizie. Non accetto che si trattino così degli animali e che si sia così poco professionale con chi tenta di adottarli.

Purtroppo ho smesso di donare cose al canile in questione perchè era solo una perdita di tempo, ma i cani rimasti lì sono sempre nelle mie preghiere e nel mio cuore, l’unico posto dove posso tenerli al sicuro.

 

Ora Lulù è felice, ha riacquistato peso, ha ripreso a giocare, mi aspetta tutta la notte finchè non torno a casa ed è sempre felice di vedermi e di consolarmi quando piango. Ma non tutti possono dire lo stesso.

Lancio un appello a te che leggi, adottare fa bene all’anima ma bisogna farlo responsabilmente. Ricorda che, chiunque porterai a casa, diventa parte di te e sarà pronto a regalarti fino all’ultimo battito del suo cuore e del suo tempo senza chiederti mai nulla in cambio, il minimo che puoi fare, è tenertelo stretto e amarlo in ritorno. Non pareggerai mai i conti, ma ti assicuro che ne varrà sempre la pena.

 

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