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Confessioni di un Convivente Depresso.

Confessioni di un Convivente Depresso.

Vivere con qualcuno che soffre di depressione

 

Sono sempre stata una persona sensibile. Che prende quasi tutto anche troppo sul serio.

Ora vi racconto cosa vuol dire vivere con un Convivente Depresso.

Non sono permalosa, ma il mio cervello non riesce a comprendere che molte volte la gente scherza quando ti prende in giro. Quello che accade nella mia mente è un rigirare le parole altrui in modo da farmi sentire uno schifo. È un meccanismo così perfetto che agisce in agguato nei momenti più strani. Si attiva come un nastro trasportatore e inizia a mostrarmi tutte le cose che mi rendono incapace.

Essere una persona intelligente ha un peso enorme ed invidio tantissimo coloro che non comprendono cosa vuol dire sentirsi fare a pezzi dall’interno. Chissà com’è vivere la propria vita senza quella voce subdola e costante che ti ripete quanto inutile tu sia.

Mi sono trasferita dal mio ragazzo più di un anno fa e la cosa, sebbene sia migliorata molto, è rimasta sempre molto delicata. Io lo vedo che alcune volte cammina in punta di piedi quando si tratta di parlarmi e sebbene lo apprezzi, anche lui si ritrova a dire cose che magari non intende sul serio. Siamo umani, possiamo censuarci quanto vogliamo ma non possiamo sapere che una cosa ingenua come: perché non esci un po’, possa tagliare affondo come una lama ben affilata. Capisco quanto assurdo possa sembravi quando vi diciamo, non ci riesco e voi ci rispondete con: ma provaci.

C’è da ridere se vi rispondessimo con: Cosa credi io stia facendo?

Invece facciamo gli indifferenti, mormoriamo un Okay e appena uscite di casa, ci rannicchiamo sotto le coperte finché non perdiamo i sensi.

Dio, ci meriteremmo un oscar per tutte le volte che abbiamo tenuto in sorriso finto fino a che non avete chiuso la porta e poi siamo scoppiati a piangere come se la peggiore delle disgrazie ci fosse capitata. Perché ci è capitata.

Non siamo pigri, non siamo svogliati. Siamo prigionieri.

Voglio vedere se siete capaci di tenere testa a voi stessi mentre la testa vi cade sul tavolo e le lacrime scendono senza sosta. E non riuscite a capire cosa c’è di sbagliato in voi che vi fa sentire così male.

Quando vi dimenticate di chiamare. Quando non rispondete al telefono o dissimulate qualcosa che per noi è importante, un pezzo di quello che ci tiene insieme se ne va. Un pezzettino della nostra forza ci lascia e la voglia di tenere duro diminuisce sempre di più.

Non è colpa vostra, molte volte non parliamo abbastanza chiaro per paura di essere derisi o di non essere capiti. Ma quando vi diciamo che abbiamo provato a farla finita sul serio, voi non lo prenderete sul serio.

Come potreste?

Non vi siete trovati faccia a faccia con un coltello affilato che vi guarda mentre vi disperate e ripetete a voi stessi che non volete farlo.

Non vi siete raggomitolati nel letto e avete stretto i pugni finché non avete sanguinato.

Non vi siete sentiti vuoti e disperati.

Perché voi siete persone semplici e non vedete, per vostra fortuna, quanto faccia schifo il mondo circostante.

Voi lo prendete come viene. Noi invece vorremmo così tanto ribellarci, che il non riuscire a cambiare nulla ci esaspera.

E pensare che ci avete scelti proprio per quella passione che ci mangia dall’interno.

Se solo sapeste quando avremmo bisogno di un abbraccio, la smettereste di parlare. Perché alcune cose noi non possiamo spiegarvele.

Come possiamo dirvi che vorremmo essere il centro del vostro universo quando ci sentiamo l’ultima stella proprio al margine che non brilla nemmeno tanto?

Vorremmo tanto farvi capire da soli quanto siete importanti. Vorremmo tanto da voi, anche se vi diamo poco, ne siamo consapevoli.

Ma molte volte, vi diamo tutto quello che abbiamo.

E il sapere che non è abbastanza, ci tormenta.

Lo so che voi non capite cosa sia la depressione ma lsciate che ve lo spieghi: è un mostro subdolo e intangibile che striscia dentro le vene attraverso le nostre fragilità e ci mastica un po’ alla volta fino a sputarci fuori molli e vinti.

Vincerla è facile quando non si hanno alleati, quindi stateci vicini. Amateci. Accarezzateci i capelli, dateci un bacio o una carezza senza che vi vengano chiesti. Siate presenti.

E alcune volte, venite a sedervi con noi in quel buco nero perché sì, molte volte non vogliamo  proprio uscirne ma vogliamo avere compagnia. Così poi quando decidiamo di andare via, sappiamo che non dobbiamo sollevare da soli la saracinesca.

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