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[Recensione] “Mia Cugina Rachele” di Daphne Du Maurier

“Mia Cugina Rachele” di Daphne Du Maurier

Autore: Daphne du Maurier

Titolo: Mia Cugina Rachele

C.E.: Neri Pozza.

Trama: Rimasto orfano, Philip Ashley viene cresciuto con affetto filiale dal cugino Ambrose. Ma il loro legame è turbato dalla partenza di Ambrose per Firenze. La prolungata assenza preoccupa Philip, le cui paure sono confermate dalla notizia del matrimonio e della successiva morte del cugino. Philip sospetta della vedova, Rachele. Ma chi si cela, davvero, dietro quella affascinante vedova dai lineamenti belli e regolari e dagli occhi grandi? Una donna che ha perduto l’uomo che amava o una potenziale assassina a caccia didenaro?

Costo: 17,00 €

Il romanzo si apre con un bellissimo tagliato sulla Cornovaglia dell’Ottocento, tra le lunghe distese di grano e i paesaggi mozzafiato. Ad introdurci alla vicenda è Philip Ashley che colto in un momento molto intimo, ripensa a quando, poco più che un ragazzino, Ambrose, lo portò a visitare il cadavere di un criminale che giaceva penzolante e dimenticato nella piazza centrale del paese. La scena si dispiega con Philip che fa la seguente considerazione: quando ero piccolo i criminali venivano impiccati. Questa frase ritornerà anche nello sfortunato finale della storia come a chiudere un cerchio che si vuole dimenticare.

Inutile dilungarci sul personaggio di Philip, povero sprovveduto che cade vittima del fascino dell’unica e vera protagonista del romanzo: Rachele.

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Ammaliatrice, strega e quasi sicuramente assassina, Rachele volteggia nella prima metà del romanzo senza farsi mai vedere come un abile tessitrice, semina la sua presenza tutta introrno a Philip come se da un momento all’altro, fosse pronta ad ingoiarlo nella sua trappola.

Date le vicende, non siamo ancora in grado di definire bene il suo peronaggio e per quanto questo faccia davvero tanto onore alla scrittrice, ci lascia davvero molto con l’amaro in bocca. Fino alle ultime pagine, nessuno riesce a capire se Rachele sia un omicida oppure una povera ingenua la cui unica colpa, è la smania dello spendere smisurate quantità di denaro delapidando così la sua fortuna.

Ci sono molti indizi che portano alla sua colpevolizzazione: Primo per esempio le lettere lasciate da Ambrose dove racconta di come lei sia diventata il suo tormento, non lasciandolo mai solo; di come il suo vizio di sperperare l’abbia tenuta fuori dal testamento di quest’ultimo per evitare che lo rovinasse. Ma l’unica cosa che davvero ci fa credere che la sua vera colpa sia l’essere maligna è calcolatrice arriva verso la fine del romanzo quando Philip, preso da una passione irrazionale, le intesta tutte le prorpietà ed i gioielli, sperando che lei accetti di sposarlo cosa che lei non fa data la clausola nel contratto stipulato da lui stesso. infatti se Rachele si fosse mai risposata, con chiunque Philip compreso, tutta la fortuna sarebbe tornata nelle mani del legittimo erede di Ambrose, Philip stesso.

Dopo essere andata dal tutore di Philip, Rachele ritratta il suo precedente consenso a sposare Philip e rigira il tutto facendo in modo che sembri soltanto il frutto della mente di un malato. Poco dopo, in effetti, Philip si ammala come Ambrose di febbre. Tuttavia riesce a sopravvivere, forse con sorpresa da parte di Rachele, e ritorna in sè stesso, decidendo quello che aveva precedentemente avuto intenzione di fare: scoprire se ad uccidere Ambrose e anche lui, sia stata effettivamente Rachele. In realtà la prova viene trovata, i semi di citiso che sono altamente velenosi per animali e uomini, vengono ritrovati tra le sue lettere costringendo Philip ad andare più affondo nella vicenda.

Purtroppo quando, con l’aiuto della fedele amica Louise, Philip si appresta a scavare tra le carte della cugina nella speranza di inchiodarla, consciamente decide di mandare Rachele a morire e il romanzo si ferma, così come la vita di Rachele, quasi a voler dimostrare che nella vita non tutto viene allo scoparto ed alcuni dubbi, li portiamo per sempre con noi.

Nessuno verrà mai a sapere quale fardello di colpe mi porto addosso; nessuno saprà che ogni giorno, ancora tormentato dal dubbio, mi pongo una domanda alla quale non so dare una risposta. Rachele era innocente o colpevole? Forse scoprirò anche questo in purgatorio.

Una donna calcolatrice, lo è stata sicuramente, dato che è rimasta a casa di Philip finchè lui non le ha intestato tutto, ma anche assassina? Molto probabilmente sì, purtroppo la certezza ahimè non arriverà mai. Questa è l’unica pecca che imputo a questa storia, il finale aperto che io odio con tutta me stessa.

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Una cosa che ho notato molto, è stato la costante ripetizione di ” Mia cugina Rachele” nel corso del romanzo, specialemente nella prima parte. Raramente Philip la chiama solo con il suo nome, il che fa quasi pensare a come lui cercasse di convincersi a non andare oltre quello. Voleva che lei fosse colpevole e dopo voleva che lei lo amasse, alla fine il tutto non ha condotto a nulla di tutto ciò e un po’, mi ha lasciata perplessa.

La lettura è piacevole, scorrevole e davvero intrigante. Le tinte noir sono mescolate benissimo con la passione e l’incesto. Io consiglio vivamente questo libro, a meno che non vi piacciano i finali aperti, in quel caso lo eviterei come la peste.

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Consiglio la lettura e la visione delle due rappresentazioni cinematografiche.

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All the love, Lou.

Alcune delle frasi più belle del libro:

We were dreamers, both of us, unpractical, reserved, full of great theories never put to test, and like all dreamers, asleep to the waking world. Disliking our fellow men, we craved affection; but shyness kept impulse dormant until the heart was touched. When that happened the heavens opened, and we felt, the pair of us, that we have the whole wealth of the universe to give. We would have both survived, had we been other men.”

“The point is, life has to be endured, and lived. But how to live it is the problem.”

“I wondered how it could be that two people who had loved could yet have such a misconception of each other and, with a common grief, grow far apart. There must be something in the nature of love between a man and a woman that drove them to torment and suspicion.”

“I am no traveller, you are my world.”

“How soft and gentle her name sounds when I whisper it. It lingers on the tongue, insidious and slow, almost like poison, which is apt indeed. It passes from the tongue to the parched lips, and from the lips back to the heart. And the heart controls the body, and the mind also. Shall I be free of it one day?”

“..If we killed women for their tongues all men would be murderers.”

“It is strange how in moments of great crisis the mind whips back to childhood.”

♡ You know: ♡ ♡ Songs find you ♡. ♡ Poems find you ♡. ♡ People find you ♡. ♡ Lou ♡ 22 ♡ Italy ♡Addicted to Madness ♡. Sono una regazza che adora il profumo dei libri e che qualche volta, li scrive anche. Trovate le mie storie qui: https://www.wattpad.com/user/MySillyHarryDiary