Pensieri

Pensieri: Cos’è la Solitudine?

Pensieri: Cos’è la Solitudine?

Solitudine
so·li·tù·di·ne/
sostantivo femminile
  1. 1.
    Esclusione da ogni rapporto di presenza o vicinanza altrui ( vivere in s. ) desiderato o ricercato come motivo di pace o di raccolta intimità ( cercare la s. ), oppure sofferto in conseguenza di una totale mancanza d’affetti, di sostegno e di conforto ( sentire il peso della s. ).

Questo è quello che c’è scritto sul dizionario. Cambiando le parole ovviamente il risultato non cambia. Questo è quello che anche un medico potrebbe dirvi. Ma è una definizione del tutto asettica e decontestualizzata. La solitudine è molto più pericolosa di così.

La solitudine, non è quella cosa che ti assale quando senti una canzone smielata. Perchè non è dalla canzone che parte.

La solitudine è quella forza che ti prende e piano piano ti trascina giù. La solitudine è irrazionale eppure fa tanto male quanto farebbe un coltello affilato passato sulla pelle. Ti prende quando meno te lo aspetti e la cosa che fa più paura, è che non sempre viene quando sei solo.

Quando si è lasciati a noi stessi, alla fine ci si aspetta una visitina da questo infimo essere, quindi non ci fa male più di tanto. La parte peggiore è quando la gente ci circondae noi ci sentiamo abbandonati, perchè lì nonostante si abbiano tante braccia nella quale potersi rifugiare a pochi centimetri di distanza, sono tutte troppo lontane.

Al giorno d’oggi si parla dei cellulari e di come questi abbiano il superpotere di frapporsi tra la gente. Non c’è dubbio che questi abbiano contrinuito, ma alla fine rimagono sempre e comunque una scusa che viene utilizzata per ignorare chi vogliamo, ignorare.

A provarlo vi propongo una foto scattata su un treno, un bel po’ di anni fa.

Tutti quelli che incolpano la tecnologia sono il classico tipo di persona che lancia la pietra e nasconde la mano. L’archetipo di uomo o donna che quando la figlia tenta di raccontargli qualcosa, ascolta solo la parte che più le conviene ed è sempre pronto per una predita.

Magari è pure ritratto in quesa foto e dice ai giovani che hanno tutti la testa sui loro schermi.

Quello che loro non sanno, è che alcune volte dietro questi schermi, si nasconde l’ultima spiaggia prima della fine. Un amico oltre oceano che ci incoraggia e ci ama, qualcuno che non ci fa sentire…soli.

Non dobbiamo prenderci in giro. Il male di questo secolo, non è la tecnologia ma la gente e la loro indifferenza. Il loro continuo girare la testa o sminuire chi gli sta’ davanti. Il loro deridere qualcuno perchè poteva fare di meglio, stessa gente che se vede una balena arenata, prende il telefono per le foto invece che rimboccarsi le maniche e rimetterla in acqua.

Sono quelle persone che criticano noi giovani per il troppo uso della tecnologia e poi passano ore a condividere meme glitterati dall’utilità pari zero.

La nostra solitudine deriva da un gap irreparabile creato dall’ ncapacità della gente di sbagliare o meglio, dalla loro incpacità di ammetterlo. Tutto quello che loro hanno fatto o faranno, sarà sempre meglio di quello che potremmo mai fare noi. Non importa a nessuno se siamo statisticamente più acculturati e decisamente più indipendenti di quanto loro siano mai stati.

Certe volte, mi fermo per strada e guardo. Scopro molto spesso che, chi si fissa certe volte non si vede e chi si vede, certe volte non si fissa. Vedo persone passarsi accanto e non degnarsi di uno sguardo, che non si dispiacciono per gli immigrati perchè tanto loro fanno finta di essere scappati dalla guerra

Ancora una volta vedo gente, ma non vedo per niente umanità. E questo non ha niente a che vedere con lo schermo di un telefono. La solitudine l’abbiamo nel cuore e si allarga sempre di più, peggio del free wifi e non c’è modo di fermarla.

A meno che smettiamo di pensare che siamo indistruttibili e inziiamo a spezzarci regalando una parte di noi a chi ci sta intorno. Vi assicuro che fa meno male di quello che sembra.

 

 

All the love. The Books Guardian.

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