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“10 Curiosità su Virginia Woolf Che Non Sapevi”

10 Curiosità su Virginia Woolf

Che Non Sapevi

 

  1. Da bambina, la Woolf avrebbe raccontato delle favole della buonanotte che avevano come protagonista la famiglia della porta accanto, i Dilkes.

 

  1. La Woolf ha combattuto contro l’anoressia: era convinta che il suo corpo fosse mostruoso e che la sua bocca e il suo stomaco fossero ignobili nella loro continua pretesta di cibo. Non era mai sicura del proprio abbigliamento ed era perennemente preoccupata di non essere vestita in maniera adeguata per l’occasione.  L’autrice era così ossessionata da sé stessa che una volta passò un’intera giornata con il morale a terra per via di un commento fatto da suo cognato, Clive Bell, ad un suo cappellino.

 

  1. Mentre scriveva il romanzo Le onde, la Woolf ascoltava gli ultimi quartetti per archi di Beethoven.

 

  1. Prese in considerazione l’idea di sposare Lytton Strachey– scrittore inglese nonché suo compagno al circolo di Bloomsbury – in parte perché Strachey era omosessuale e la scrittrice lo considerava più come un fratello che come un possibile partner. A sostegno di questo, vi è il fatto che la scrittrice avesse paura del sesso, come ammise in seguito all’età di 27 anni.

  1. La scrittrice soffriva di “Misofobia”, ossia la ridotta capacità di tollerare il suono. Infatti la Woolf era molto pedante nei confronti delle abitudini alimentari dei propri amici e spesso, a tavola, ne criticava la poca eleganza.

 

  1. Al culmine della seconda guerra mondiale, quando i Nazisti sembravano vicini alla vittoria, la Woolf e il marito Leonard, presero in considerazione l’idea di suicidarsi usando il tubo di scappamento della propria automobile. In previsione di questa eventualità, i due conservavano in garage una quantità sufficiente di benzina. Una scelta molto drastica, ma a chi sarebbe piaciuto finire nelle mani dei Nazisti?

 

  1. Si dice che nel 1935, quando la commedia della Woolf dal titolo Freshwater fu messa in scena nello studio della sorella Vanessa, il marito di quest’ultima, Clive Bell, e il fratello Cory ridessero così forte che nessuno tra il pubblico fu in grado di sentire i dialoghi. Sarà per il piccolo flirt che c’è stato tra lui e la Woolf dopo la nascita del suo primo figlio nel 1903? Si vocifera infatti che Vanessa, la sorella di Virginia, fosse stata giustamente risucchiata dal suo lavoro di madre, lasciando il marito a secco di attenzioni e che questi, si sia inesorabilmente rivolto a sua cognata per conforto. Nonostante le sorelle fossero molto unite, Virginia ha indugiato in questa relazione andando persino contro sua sorella, definendo i bambini come la cosa più maligna che sia mai esistita. Nonostante le numerose, anche molto spinte lettere, niente di fisico succede tra i due e il tutto termina quando Virginia finalmente si sposa con Leonard.

 

  1. Il marito della Woolf possedeva una scimmia domestica di nome Mitz.

 

  1. Virginia e suo marito avevano un matrimonio aperto come molti membri del Bloomsbury Group, avendo così il permesso di frequentare altra gente. Nel 1922 incontrò Vita Sackville-West, la quale aveva anche lei un matrimonio aperto con suo marito. La relazione durò molti anni, e anche dopo, le due poetesse rimasero amiche per tutta la vita. La bisessualità della Woolf non va ricercata però in ragioni fisiche, bensì nel più aulico dei significati in quanto era per lei era la possibilità di fondere due identità insieme senza importanza di genere. Ricercava la perfetta sintonia tra la parte maschile e femminile all’interno di un individuo che potesse completare la sua, in modo tale da avere una relazione equilibrata che fungesse da fertilizzante per la mente.

  1. Per qualche tempo, la Woolf scrisse stando in piedi davanti a un tavolo alto 9 metri e mezzo: la scrittrice voleva essere come un pittore che ha la possibilità di indietreggiare dalla tela per avere una visuale migliore.

 

Come curiosità aggiuntiva, vi ripropongo la lettera scritta da Virginia a suo marito Leonard poco prima di suicidarsi.

‘Carissimo,

sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.

V’.

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